Autore: websitebuilder
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6 marzo 2020
Villa Caselli è una dimora ottocentesca ricca di storia, posizionata sulle alture di Masera, all'interno di uno splendido parco di oltre 35.000 mq. Il suo nome non è dovuto a persone che l'abitarono e nemmeno a famiglie, ma prende origine con molta probabilità dalla località in cui essa sorge, chiamata ancora oggi dai Maseresi "ai casei". Non tutti sanno delle leggende intorno ai camini e alle difficoltà di accensione; pertanto, abbiamo deciso di riportare un interessante paragrafo estrapolato dal libro in foto sopra "Villa Caselli e il suo parco" a cura di Maria Grazia Borgini. "Villa Caselli, largamente ispirata all’architettura nobiliare francese, come tutte le dimore di un certo tono, aveva un caminetto quasi in ogni stanza. Era compito della servitù accendere il fuoco per rendere accogliente la casa quando si attendeva l’arrivo da Parigi dei signori, reduci da un faticoso viaggio, la cui parte finale era la più disagevole, svolgendosi tra le gole buie ed umide del Sempione e della valle Divedro. Costruire i camini a quei tempi era una vera e propria arte, che aveva i suoi segreti. Un buon tiraggio doveva tenere conto della posizione, della lunghezza della canna fumaria, dell’apertura della bocca e delle caratteristiche climatiche del luogo: corrente, umidità, brezze, etc. Orbene i nostri artigiani, seppur bravi, erano talvolta un po’ lunatici e di poche parole e fin troppo gelosi dei segreti del mestiere. Caso voglia che la prima volta che la servitù si trovo a preparare l’accoglienza ai signori, non fosse stata bene informata sul funzionamento dei camini. Si dette un gran daffare a portare la legna nelle diverse stanze, ma, quando, verso sera, accese vari fuochi, il fumo anziché salire verso l’alto, scendeva vorticosamente dalla canna fumaria come se qualcosa lo spingesse con forza e, con larghe spirali, invadeva le stanze. In breve ogni angolo della casa fu ottenebrato dal fumo e invano le persone a servizio spaventate tentavano di domare il disastro. Come spiegare tutto ciò? Eppure la legna era ben stagionata. Al timore di non aver eseguito gli ordini a dovere, quindi di essere rimproverati o ancor peggio di non ricevere il compenso, si aggiungeva quella sottile paura che nasce davanti a fenomeni inspiegabili. Corse voce che la casa doveva essere stregata. Quei poveretti in effetti subivano solo le conseguenze della riottosità del costruttore, che non aveva messo a parte del “segreto” di un buon tiraggio, che si scoprì solo a disastro avvenuto: non si trattava di stregoneria, occorreva semplicemente accendere i camini prima del tramonto. Allora non si indagò oltre per scoprire le cause dello strano fenomeno anche se la spiegazione del tutto naturale doveva essere ricercata semplicemente nelle correnti ascensionali , che si formano lungo il pendio durante il periodo di insolazione e nella loro inversione dopo il tramonto. Tra la popolazione è rimasto il dubbio che un poco di stregoneria c’entrasse davvero . Niente di cui meravigliarsi per questa brava gente ancora nel 900 la “fisica” non era certo la disciplina scientifica che pochi eletti conoscevano, bensì l'insieme delle pratiche di stregoneria messe in atto da qualche essere malvagio per spaventare le persone ignare. Ancora credeva negli spiriti dei boschi che si manifestavano di notte sotto forma di fuochi e considerava una casa stregata l’ex convento, che si vede dall’oratorio di Sant’Antonio, sul versante della valle, in quel di Corcinesco. Villa caselli e lo stile di vita dei suoi proprietari erano sempre motivo di stupore che un pizzico di mistero rendeva ancor più affascinante". Per sapere di più, acquistate il libro. E' disponibile presso la libreria Grossi di Domodossola (VB) Immagine di copertina: sito del Comune di Masera (VB)